Il Festival del Saper Vivere spiega le sue ali sul 2014 e lo fa annunciando il tema della sua seconda edizione che si
terrà al Castello della Rancia di
Tolentino dal 10 al 12 ottobre.
È infatti con “Vivere per raccontare”,
che il direttore artistico Ayres Marques
Pinto lavora per convertire il castello in polo di riflessione, formazione
e dialogo sui temi delicati del fine vita e delle cure palliative, focalizzando
l’attenzione sulla narrazione. Accanto a lui nel difficile lavoro di
strutturazione del festival il coordinatore scientifico, il filosofo e bioeticista
Sandro Spinsanti, il dott. Valerio Valeriani, responsabile degli
Ambiti Territoriali XVI XVII e XVIII, Massimo Mari Direttore del Dipartimento
di Salute Mentale ZT5 di Jesi, il Movimento
Hospice e una fitta rete di collaboratori e volontari.
Nel momento storico che forse più
di altri vive se stesso attraverso la cifra del ricordo e della nostalgia, il
festival propone un percorso che parte dalla suggestione di Gabriel Garcia Marquez: “La vita non è quella che si è vissuta, ma
quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.”
Il racconto, tratto costitutivo
della vita individuale e della socialità,
si spande a macchia d’olio dalle arti alle scienze mediche. Tanti i nomi
di intellettuali e studiosi chiamati ad intervenire e si lavora per portare al
Castello della Rancia altri grandi nomi di rilievo nazionale.
Confermano la loro presenza dopo
lo scorso anno, il filosofo Umberto Curi
e l’attore Luca Violini mentre
importanti nomi si affacciano alla seconda edizione: Duccio Demetrio, scrittore e direttore scientifico della Libera
università dell'Autobiografia e Francesco
Tonucci, in arte Frato, pedagogo
e disegnatore di fama internazionale.
Il festival, che manterrà inalterata la sua
struttura dialogica tra conferenze, tavole rotonde, mostre, spettacoli,
percorsi di formazione con accreditamento ECM, cercherà di declinare il tema “Vivere per raccontare” attraverso tre dimensioni
della narrazione.
Se infatti, parafrasando Umberto Curi nella
sua interpretazione del dialogo platonico “Protagora”, “il mythos ha la stessa
capacità argomentativa del logos ma si rivela più dilettevole da ascoltare”, la
capacità intrinseca della narrazione si amplia da quella meramente letteraria a
quella più articolata della Medicina
Narrativa.
Tre
filoni si originano da questa commistione. Una prima macro area
sarà quella dedicata alla narrazione attraverso le arti. Un
racconto capace di captare il pathos e di metabolizzare il dolore declinandolo
nel fare artistico.
Altro ambito di ricerca si originerà dalla narrazione
come condivisione, anche via web, di racconti, di fotografie, di
esperienze di sofferenza.
Ultima area sarà quella dedicata alla narrazione
come percorso di cura. Attraverso lo studio e il racconto di casi
clinici si coniuga la dimensione più propriamente medica con quella personale
del paziente.
Le tre declinazioni del tema si
svilupperanno in altrettante giornate con appuntamenti che, a seconda dei casi,
saranno più orientati verso le arti, la filosofia, la convegnistica scientifica
e di formazione.
Intanto il Festival scalda i motori e
lavora per una serie di appuntamenti
itineranti per la Regione, che prevedono convegni, concerti e spettacoli a Tolentino, a Jesi, nel fermano e nelle alte Marche. L’intento sarà quello di far
conoscere le tematiche vicine al festival e, al contempo, trovare forme di auto
finanziamento utili alla realizzazione della manifestazione.
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